Dimora di ruggine by Khadija Abdalla Bajaber

Dimora di ruggine by Khadija Abdalla Bajaber

autore:Khadija Abdalla Bajaber [Bajaber, Khadija Abdalla]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788832972030
Google: T83pzgEACAAJ
editore: 66thand2nd
pubblicato: 2022-03-14T23:00:00+00:00


Capitolo quindici

Era ancora presto, per strada gironzolavano i soliti personaggi. Aisha serpeggiò tra loro, una macchia nei vestiti verde scuro. La pioggerella non accennava a smettere, avrebbe coperto il cielo rendendolo simile all’alba fino a ṣalāt al-ʿaṣr. La gente si rintanava a casa o si raggruppava sotto la tettoia delle bancarelle – figure piccole e bagnate come corvi incupiti dalla pioggia.

Ritornò alla spiaggia e sollevò la rete. I resti imprigionati del pesce-uccello nel barattolo e dell’occhio nella bottiglia erano ancora lì, a riprova che non aveva sognato tutto. Come un verme della sabbia, l’occhio aveva scavato sottili linee d’aria verticali, ma l’ostacolo del giornale si era rivelato impossibile da superare, malgrado i suoi sforzi. Si contorceva come un girino, ma sembrava si stesse stancando. Ad un certo punto Aisha avrebbe dovuto rimuovere il tappo di sughero e spostare la creatura altrove, ma si chiedeva come farlo senza rompere la bottiglia color dattero. Sospettosa di quell’occhio tenace, spogliò il lungo dito di una foglia di palma secca e lo avvolse attorno alla bocca della bottiglia, assicurandola ulteriormente. L’aletta del pesce-uccello fremeva sul fondo del barattolo. Guardarla era insopportabile e, accettando la propria codardia, avvolse entrambi nella rete, dove avrebbe potuto evitare di vederli.

Riluttante a tornare a casa, si sedette a guardare l’acqua, bianca e grigia. Che avventura. Com’era stata fortunata a prendervi parte. Com’era triste ad averla sprecata. Il gatto l’aveva tacciata di codardia per aver scelto di restare, però non rimpiangeva le sue motivazioni. Meglio codarda che ipocrita.

Come aveva potuto Hamza chiederle di partire dopo tutti i discorsi sulla conoscenza e il pericolo di accumularla? Eppure come condividere questa conoscenza?

Ti daranno della strega o li trasformerai in cacciatori, ci sarà sangue ovunque.

Nessuno le avrebbe creduto. Persino la sua stranezza era a malapena tollerata – ne rimandavano la correzione, ma sarebbe stata inevitabile.

Hamza non l’aveva corretta, non davvero. Non l’aveva nemmeno instradata verso la correzione. Il gatto le aveva dato gli strumenti, i mezzi, un modo. La volontà era sua. Era stata fondamentale.

Si era lasciata sfuggire la Dimora di Ruggine, non era così? Una scelta impossibile da compiere. Ovviamente, non avrebbe potuto accettare. Ma nella sua mente sussurravano gli spettri di molti se. L’ultima immagine di casa sarebbe stata avvolta nelle ombre scaltre della notte, la schiena solitaria di Hababa; l’ultima immagine di suo padre un volto toccato dalla morte, sprofondato nel grigio, annegato. La ragazza che avesse scelto di andare sarebbe stata imperdonabile.

Ma quel posto esisteva. Pensa se Hamza se ne fosse andato senza rivelarle che c’era altro. Altre cose che non avrebbe mai saputo imputare all’immaginazione, la maledizione e il lusso dell’età adulta, la distruzione nell’oblio.

Strinse il fagotto al petto. Un occhio strappato a un mare nascosto e un insetto proveniente dal crepacuore di suo padre, che lei aveva contribuito a dissanguare.

Ormai sapeva riconoscere l’ombra che calò su di lei più in fretta di quanto riconoscesse il proprio nome. Dinoccolato come una vecchia scopa, Zubeir si accomodò al suo fianco, imitando la sua posa, raggomitolandosi quasi a voler domandare se quella, d’ora in avanti, sarebbe stata la forma dei loro corpi.



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